Sulla
consapevolezza del respiro sono basati molti yoga e molte forme
di meditazione. Milton Trager, maestro occidentale di
consapevolezza, iniziò a 16 anni a intuire la base del suo
Approccio partendo da un profondo respiro.
Cambia
aria!
Ovvero,
strizza le tue spugne! E' una botta di energia, immediata e sempre
disponibile.
Inizia con i polmoni pieni dell'aria che
hanno nel momento in cui decidi di cominciare.
Vuota
i polmoni completamente, mettendoci un po' di energia, ma
senza strafare: "Ffffffuoooooriiiii tuutttoooooooo....".
Quando hai fatto uscire l'ultima molecola d'aria dagli
alveoli (è il punto basso dell'altalena), rimani un
attimo a sentire i polmoni che sono come spugne strizzate.
Lascia
entrare tutta l'aria che i tuoi polmoni sono in grado di
accogliere, aiutandoli anche alzando le spalle: "Deeeentrooo
tuuuuttttooooooo...". Rimani a polmoni pieni per un
attimo (è il punto basso dell'altalena), ad assaporare
questa sensazione di espansione.
Torna
a respirare al ritmo che ti piace.
Il
ricambio completo d'aria nei polmoni può darti quella
"carica" e un momento di pausa tutte le volte che ne
senti il bisogno, in qualunque momento della giornata.
Diaframma-medusa
Il
bello di questo esercizio è che non c'è niente da
fare, ma solo da osservare.
Porta
l'attenzione al tuo diaframma. Anatomicamente è una cupola
composta di fibre muscolari disposte a raggiera, che si attacca
sul lato posteriore alle vertebre lombari e sui lati e davanti al
bordo interno delle costole più basse. Hai presente
come si muove una medusa? Il diaframma ha lo stesso movimento.
Durante
la inspirazione, contraendosi e accorciando le fibre, la
cupola si abbassa, si appiattisce e si allarga.
Nella
espirazione, le fibre si rilassano e si allungano, la
cupola sale e si incurva, grazie alla spinta dei visceri,
riportati "dentro" dai muscoli addominali e pelvici.
Tutto
qui. Pura meditazione di sensazione. Puoi giocare con
questa attenzione letteralmente dappertutto e in ogni momento.
Uno dei più comodi antistress mai inventati.
Scarico
di responsabilità
La
storia di Atlante (il gigante che nella mitologia greca era
incaricato di tenere il mondo sulle sue spalle) credo che abbia
un solido fondamento fisiologico: insieme alla pancia e alla
mandibola, le spalle sono la zona del corpo che induriamo
maggiormente quando siamo preoccupati, come se ci portassimo
addosso il peso del mondo :-)))
Mettiti
comoda, con la schiena eretta e le braccia rilassate (se sei
seduta o al volante) o penzoloni lungo i fianchi (se sei in
piedi).
Lentamente
solleva le spalle con lentezza, dolcemente ma con un minimo di
intensità, come se volessi andare a toccare le orecchie.
Contemporaneamente inspira profondamente, fino a riempire
completamente i polmoni.
Arrivata
all'apice della inspirazione e del movimento delle spalle,
fermati un momento, poi lasciale cadere e, contemporaneamente,
permetti all'aria di uscire dai polmoni con la massima apertura
di trachea, bocca e naso. Se non c'è nessuno intorno
che si sorprende, dai un suono al respiro che esce.
A
polmoni vuoti, sosta qualche istante ad assaporare il senso di
abbandono e il sottile brivido che corre lungo le tue cervicali.
Puoi
ripetere il movimento più volte, a tuo piacere, sempre
lentamente e con le pause.
A
completamento dell'esercizio puoi fare un po' di spallucce,
recitando il Sacro Mantra del
Saggio Vah Pi Pianh. Aiuta a non prendersi quelle responsabilità
che gli altri ti dicono che "devi" prenderti.
Spazio
alla pancia
Questo
esercizio è una pratica yoga molto antica. Può
essere eseguito in qualunque momento della giornata, per tutto il
tempo che si vuole e in qualsiasi posizione, purché il
bacino sia libero di muoversi.
Posizione
In
piedi: piedi paralleli e distanziati sulla verticale delle
spalle, ginocchia morbide, postura dritta e rilassata.
Da
seduti: sedersi distanti dall'eventuale schienale, piedi ben
appoggiati a terra e schiena dritta.
Da
distesi: corpo rilassato.
Movimento
In
inspirazione: ruotare leggermente in avanti il bacino (e si fa
sporgere il sedere, di dietro), lasciando che la pancia si
rilassi. Tecnicamente, il bacino va in "anteroversione".
In
espirazione: il bacino ritorna verticale (movimento di
"retroversione"), la pancia e il sedere rientrano
verso l'asse centrale del corpo.
Dal
punto di vista fisico, questo movimento armonico mobilizza e
rilassa tutta l'area dell'addome e del bacino, con grandi
benefici per tutti gli organi ivi residenti. Mantenere la
mente attenta alle sensazioni della respirazione e del movimento
ha un effetto di antistress superlativo.
Il
Sacro Mantra del Maestro Vah Pi Pianh E'
tra i mantra più efficaci e profondi conosciuti. Nel suo
scritto - giunto fino alla nostra epoca in varie edizioni - il
Maestro Vah Pi Pianh (contemporaneo dell'Imperatore Scau Teh Nen,
V sec. d.C.) raccomanda ai discepoli di trasmetterlo di persona,
associandolo al katà di tai chi chuan denominato
Adess Bastah. Il Sacro Mantra è stato
integrato nei secoli successivi nella pratica dell'approccio di
Bun Sens, una disciplina tramandata oralmente da grandi
maestri di vita.
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