Ken
Martini,
contact improviser di Sonoma (area San Francisco)
La Contact
Improvisation è ben più di una tecnica o disciplina di danza.
E' una palestra per scoprire chi siamo sotto la nostra pelle.
E' un'arena in cui porre in discussione il concetto che abbiamo di noi
stessi.
Chi sono io? Che forma ha la mia paura?
A quale livello sono presente a me stesso?
In quale particolare stato di coscienza sono in questo momento?
Quale dialogo sta scorrendo nella mia mente? Quali fantasmi tormentano
la mia anima?
Sono qui, "nudo" in questo spazio di danza, non posso fermare
il fatto di essere visibile in tutti i livelli del "chi sono io".
Mi sbilancio.
Perdo il controllo in quella frazione di secondo. Sono scarruffato su
in aria da una mano sicura.
Stacco la presa di quella mano.
Torno a terra sulle mie mani sicure. Atterro su mani che non sono così
sicure.
Arrivo al margine del mio involucro.
Mi domando:
perché? E perché no?
Quando ci domandiamo che cosa è compreso nella nostra realtà,
stiamo per spingere ed allargare i confini della nostra consapevolezza.
Siamo qui e ora in un "Viaggio Eroico". Un viaggio eroico, perché
potremmo morire; non una volta sola, ma tante.
Nella casa degli specchi in cui riflettiamo su noi stessi. Ci vediamo,
lì, di fronte a noi. Questo corpo particolare, l'occupazione, il
bravo genitore, l'atleta, il sorriso accattivante, l'occhio brillante,
le nostre bellissime capacità di apprendimento...
Il corpo si disintegra. Il resto è intangibile. Se ci protendiamo
per toccarlo, la mano passa attraverso. E' solo un concetto, che noi chiamiamo
"identità di noi stessi".
Se vogliamo
costruire una identità evoluta, alcuni presupposti che chiamiamo
"me stesso" vanno scartati.
Non possiamo evitare di morire e, morendo, nasciamo nuovamente.
Forse meno ostacolati dai fantasmi.
Forse più presenti per la danza successiva.
6
Settembre 1996
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Sara
Marasso e Lorena Tadorni in "Pezzo Tondo" - 25/1/03
Foto di Eugenia Praloran
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Ho pensato che avrei potuto trovare la mia strada fuori di qui.
Ho cercato un limite dove la vita inizia o finisce, invano.
Ho cercato una ragione per vivere.
Risultato: il vuoto.
La vita, semplicemente, è.
Non ho risposta
al mistero della vita, è un mistero.
Come un oceano che si solleva, turbina, si ripiega su se stesso e rimane
nel suo bacino, sempre in movimento, ma senza andare da nessuna parte.
Mi arrendo.
Non so trovare la ragione dell'esistenza.
E allora vortico, vibro, mi muovo in ogni direzione al ritmo della vita.
Questo è tutto ciò che io posso fare.
Ti va di unirti a me?
27
Gennaio 2003
© Copyright
Saggi di Ken Martini, tradotti e pubblicati con la cortese autorizzazione
dell'autore.
sito: NURTUREDANCE - USA
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